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Il primo settembre si festeggia Santa Colomba, sorella di San Berardo, benedettino, dei Conti di Pagliara e primo Vescovo di Teramo. L’Eremo di Santa Colomba è situato a circa 1250 metri di altitudine, in luogo isolato, sotto il monte Infornace nella catena del Gran Sasso.

Qui, secondo la tradizione, pare si sia ritirata, in vita solitaria e in penitenza, la giovane Colomba, contessa di Pagliara. La Santa si ritirò nell’eremo diventando uno degli esempi della santità femminile che punteggiano il medioevo. Una leggenda dal sapore gentile narra che il fratello della predetta si recò nell’eremo per farla recedere dal suo intento di isolamento. Naturalmente invano.

Ma in quella circostanza la Santa non avendo nulla da offrire al fratello fece fiorire e fruttificare all’istante un albero di ciliegie. Un’altra leggenda che avvolge la vita della Santa, la più diffusa è quella che parla dell’impronta della sua mano che sarebbe rimasta impressa su una roccia che si incontra durante la salita all’Eremo e quella del cosiddetto “Pettine di Santa Colomba”, che per alcuni sarebbe una serie di incisioni parallele (come i denti di un pettine) su una roccia piatta nei pressi dell’Eremo.

Nel 1595 le sue spoglie furono traslate nella Chiesa di Santa Lucia e solo nel 1955 la statua di Santa Colomba, e le sacre spoglie, vennero trasferite nell’attuale cappella di Pretara presso Isola del Gran Sasso (TE). La piccola chiesa è stata edificata dallo stesso S. Berardo e consacrata dal Vescovo di Penne S. Anastasio.

Il primo di settembre l’alpestre chiesetta diventa meta di tanti devoti pellegrini che vi si recano per renderle omaggio e molti forse anche per guardare, in osservanza alle vecchie leggende, per poggiare la testa nella buca che toglie il mal di testa o infine per ammirare le verdeggianti piante di ciliege che la Santa aveva fatto fruttificare in pieno inverno per farne omaggio al fratello S. Berardo.