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Visuale del borgo incantato di Villa Petto in Abruzzo nella valle del Gran Sasso Visuale del borgo incantato di Villa Petto in Abruzzo nella valle del Gran Sasso

Villa Petto

A Villa Petto, borgofondato dopo la distruzione della romana Pitinia, che sorgeva alla confluenza delfiume Mavone con il Fiume Vomano, oggi possiamo ammirare i resti dei bastioni e della torre dell'antico castello.
Si innalza su un basso colle, poco sopra la piana del fiume Mavone, all'ingresso della Valle Siciliana. Il suo passato è oscuro e alcune dicerie popolari lo vorrebbero fondato dai Saraceni; secondo altre teorie invece il borgo fu fondato dagli esuli della scomparsa città romana di Pitinia, sorta in un punto imprecisato lungo il fiume Mavone. La scarsità di notizie e di fonti storiche e documentarie non permette al momento di avanzare altre ipotesi.

In epoca angioina Villa Petto faceva parte, comecastello autonomo, del comprensorio della Valle Siciliana, prima sotto il controllo deiconti di Palearia e poi dal XIV secolo dominio degli Orsini. Fino al XIX secolo il borgo era conosciuto con il nome di Castel del Petto. I pochi documenti a noi pervenuti citano nel 1324 la chiesa di San Salvatore, oggi ridotta a rudere, che sorge a poca distanza dal castello. Dal punto di vista della suddivisione feudale, si registra la presenza della famiglia De Sterlich, forse a partire dal XVI secolo, ma nelle documentazioni del secolo successivo si vede metà del feudo in mano alla famiglia dei Castiglione. Nel 1526,il dominio della Valle Siciliana passò dagli Orsini agli Alarcon y Mendoza per volontà di Re Ferrante d'Aragona.Castel del Petto, sul finire del XVIII secolo, costituiva una propria Università che non includeva altre ville, che si mantenne fino all'arrivo dei moti portati dalla rivoluzione francese, che segnarono lo scioglimento delle antiche amministrazioni e abolizione della feudalità.

A quel punto il piccolo municipio di Castel del Petto venne inglobato al nuovo governo di Tossicia nel 1807, per poi passare, nel 1815, al comune di Castiglione della Valle. Conl'Unità d'Italiapoi il paese fu coinvolto nelle rivolte dei briganti filoborbonici scoppiate contro il nuovo regno. Nel primo novecento Fedele Romanidescrive gli abitanti del castello come persone diverse da tutte le altri genti dei villaggi circostanti e riporta le dicerie secondo le quali in principio il borgo fosse stato abitato dagli zingari, che non vivevano di agricoltura, ma erano dediti al commercio di bestiame ed altri prodotti agricoli. Dal 1928 il comune viene rinominato"Colledara".Nei primi anni '80 del XX secolo viene costruita l'autostrada A-24 che quasi sfiora il centro abitato, tanto gli si avvicinano i suoi ponti, che addirittura ne violano il panorama. Nonostante questo, Villa Petto conserva ancora degli scorci interessanti nel centro storico. L'abitato è organizzato su due livelli divisi dalla piazzetta principale; verso valle c'è la parte antica del borgo, dove si trovano i resti del castello e della cinta muraria, inglobati nella chiesa di Santa Lucia.

Ai piedi della scalinata che conduce alla chiesa, si apre una piccola piazzetta centrale e da qui le anguste vie si diramano per il più recente borgo addossato intorno al castello. Caratteristiche di Villa Petto sono le sue piccole abitazioni addossate l'una all'altra, che sembrano ricalcare i grandi palazzi nobiliari che spesso popolano i vari centri storici. Questo, oltre alla sua misteriosa origine costellata di varie dicerie, ammanta il paese di un alone di mistero e lo rende estremamente affascinante.

Visuale del borgo incantato di Villa Petto in Abruzzo nella valle del Gran Sasso
Vicolo del borgo incantato di Villa Petto in Abruzzo nella valle del Gran Sasso
Particolare del borgo incantato di Villa Petto in Abruzzo nella valle del Gran Sasso