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Arche, sedie, oggetti di un tempo e un'antica bottega di un sediaro e arcaro ristrutturata e aperta al pubblico.

San Pietro è, infatti, terra di arcari, sediari e carbonari e a ricordarlo è una targa nella piazzetta che racconta, insieme a un murales e tredici scritte sui muri delle abitazioni, la storia e le tradizioni di un passato dal quale si vuole ripartire. Le sedie e le arche del posto erano note e sono ancora ricercate per la tecnica di realizzazione “a incasso” e per le decorazioni con il compasso.

L'ultimo sediaro e arcaro è stato Antonio Di Colantonio, la sua bottega è un luogo magico che conserva gli strumenti ed ha mantenuto l'atmosfera di quando, da ogni parte dell'Abruzzo, ci si recava nella frazione per acquistare i pregiati pezzi di artigianato o ci si trasferiva per imparare queste arti.  Vi è testimonianza che i due mestieri erano tipici del posto anche in due documenti storici uno del 1849 indirizzato all’Intendente di Teramo dall’arcaro originario dell’Aquila, ma dimorante a San Pietro Gaetano Ranalli e l’altro redatto dal Comune di Isola nel 1850 riferito al decesso di Ferdinando Gizzi di professione arcaro, anch’egli aquilano. 

Storie di migrazione che portavano qui gli artigiani attratti dalla possibilità di poter esercitare, data la disponibilità di legname e una tradizione consolidata, l’attività di arcari. Questa tradizione si sta riscoprendo tanto che alcuni ragazzi stanno cercando di riprendere questa usanza cominciando a produrre delle arche.