La sua costruzione risale al 1000-1100 a.C., sorge a circa 1000 mt. di altezza vicino ad una pianura denominata “Prato dei Fiori”; vi si arriva percorrendo una mulattiera che da Casale San Nicola porta al Corno Grande.
Il monastero nacque per influenza della riforma eremitica di San Pier Damiani come primitivo eremo sul Monte Corno. Nel 1187 tra le pertinenze di S. Croce di Fonte Avellana era attestata la chiesa Sancti Nicolay de Cornu, sotto la cui giurisdizione rimase fino al 1652 quando per ordine di Innocenzo X vennero soppressi i piccoli monasteri.
La piccola chiesetta – di origine romanica – è oggi in ottimo stato di conservazione; essa presenta una muratura formata dall’assemblaggio di blocchi squadrati di pietra calcarea con malta ed un tetto a doppio spiovente. Vicino si possono osservare i resti degli antichi edifici monastici. La leggenda si riferisce del soggiorno nell'eremo, nel 1180 e per circa un anno, di San Placido da Roio.
Il romitorio dipendeva dal monastero camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana; con la commenda di questi iniziò anche per S. Nicola una lenta decadenza che costringerà i monaci ad abbandonare l'eremo e a trasferirsi al monastero di S. Salvatore di Fano a Corno. Il monastero aveva numerosi possedimenti tra cui una ricchissima industria armentizia. San Nicola viene festeggiato la domenica successiva alla Pentecoste e sono numerosi i devoti che si recano nella chiesetta per celebrare la Santa Messa.
I pellegrini usano poi attingere l'acqua dalla fontana di S. Nicola perché ritenuta salutare per il mal di testa. La chiesa è raggiungibile in circa 45 minuti, attraverso una carrareccia che parte dal piazzale all'ingresso di Casale San Nicola (859 metri) e, superata la piccola Fonte di San Nicola si raggiunge in breve attraversando una faggeta.