Arrosticini
Quando si parla di Abruzzo e, nello specifico, di cibo abruzzese non si può fare a meno di pensare agli Arrosticini, uno dei piatti d’eccellenza della nostra tradizione culinaria. Una pietanza semplice, perlomeno all’apparenza, ma la cui preparazione e cottura affondano le radici nella tradizione.
Gli Arrosticini (detti anche rustell’, rustelle, arrustelle in diversi dialetti abruzzesi) sono spiedini di carne di pecora, tipici dell'Appennino, in particolare della cucina abruzzese. Sono strettamente legati alla tradizione pastorale dell'Abruzzo e al conseguente consumo di carne ovina. Diffusi in tutta la regione soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, il loro luogo d'origine è spesso ricondotto alla fascia sud-orientale del Gran Sasso d'Italia, nella zona dalla Piana del Voltigno (Villa Celiera), al confine tra le province di L'Aquila, Teramo e Pescara. La tipologia più diffusa e consumata di arrosticini è quella in cui essi sono uniformi, costituiti da cubetti di carne di circa 1 centimetro di lato infilati su di uno spiedino di legno (tipicamente di betulla o bamboo) lungo circa 20 cm.
Sono molto diffuse anche altre varianti in cui la carne è tagliata con il coltello a tocchetti irregolari di varia dimensione interponendo strati di carne molto magra a tocchettini di grasso, sempre di pecora, che li rende morbidi e profumati. Quest'ultimo tipo di arrosticini per risultare apprezzabile necessita di carne di ottima qualità affinché essa possa sostenere una cottura più lunga.