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escursione in Abruzzo nella valle del Gran Sasso D'Italia attraverso 5 comuni

Cammino medievale ( 5 comuni)

Percorso Medievale (5 Comuni)

escursione in Abruzzo nella valle del Gran Sasso D'Italia attraverso 5 comuni

Livello di difficoltà

  • T Turistico
  • E Escursionistico
  • EE per Escursionisti Esperti
  • EEA per Escursionisti Esperti, con Attrezzature

Adatto a piedi

Adatto in Mountain Bike


Altitudine minima
395 m
Distanza totale
41.4 km
Altitudine massima
834 m
Tempo totale
3h 04m 07s
Dislivello totale
909 m
Punti di interesse
0
Perdita di quota totale
888 m
Punti del percorso
857
Velocità massima
15.4 m/s
Indicazioni stradali
0
Velocità media
3.75 m/s
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Distanza
Altimetria
Velocità
Frequenza cardiaca
km
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m
km
mi
m
ft
mile/hr
ft/sec
km/hr
m/s

Scheda Tecnica

Difficoltà E (escursionistico)
Impegno Fisico **
Bellezza ***
Segnaletica CAI Bianco/Rosso
Quota di partenza 409m s.l.m
Quota di arrivo 450m
Dislivello positivo 970+
Dislivello negativo 940-
km 41,5 km
Tempo di percorrenza 3h5m 
Rete telefonica Sempre presente
Fonti di acqua Si
Punti di appoggio (rifugi o bivacchi) No
Adatto per famiglie Si
Periodo consigliato Primavera-Estate

Descrizione

Di seguito si propone un affascinante itinerario turistico che tocca i principali comuni del distretto della Valle Siciliana in provincia di Teramo.

Il percorso non presenta grosse difficoltà e si sviluppa gran parte su asfalto in falsopiano con leggero dislivello nella parte finale. La Valle Siciliana, antico regno dei Mendoza, si estende tra splendidi paesaggi montani e valli fluviali.

In ordine di transito si attraversano i seguenti comuni : Tossicia Colledara Isola del Gran Sasso d'Italia Castelli Castel Castagna Partenza da Tossicia, antica capitale della Valle Siciliana (Foto 1), che conserva innumerevoli monumenti e architetture di notevole pregio storico e artistico. Si lascia alle spalle il borgo e si percorre la strada sp 491 che porta al casello autostradale A24 di Colledara. Alla rotonda prendere la terza uscita e proseguire su sp.40 per circa due chilometri. Si giunge così a Colledara (Foto 2) la cui fama è storicamente legata a quella di "Castrum Leonis Vallis", oggi Castiglione della Valle, castello feudale e sede comunale fino al 1909.

Si percorre a ritroso la strada principale, si giunge di nuovo alla rotonda e si prende la seconda uscita su sp.491 direzione Isola del Gran Sasso. Percorsi poco più di 5 chilometri si giunge al borgo medievale di Isola (Foto 3), che conserva importanti architetture del XV-XVI secolo, con bei palazzi ed elementi decorativi di notevole valore. Superato il paese, il percorso prosegue in direzione di Castelli. Si lascia la statale per dirigersi verso Colliberti, San Massimo e Villa Rossi. La strada è poco frequentata da automobili e lo sfondo circostante è disegnato da prati verdi e montagne rocciose.(Foto 4) Giunti a Villa Rossi, si lascia alle spalle il paese e al successivo bivio si svolta a sinistra e dopo qualche chilometro di discesa ci si reimmette sulla Provinciale che conduce a Castelli.

Si attraversa il piccolo centro abitato "Le Casette", e dopo poco meno di un chilometro si arriva a Castelli, paese famoso in tutto il mondo per le sue ceramiche artistiche e dominato dall'imponente parete Nord del Monte Camicia. (Foto 5) Ripartendo da Castelli, ci si dirige in direzione ovest e si oltrepassano le frazioni S.Rocco e S. Salvatore. Qui il percorso diventa leggermente impegnativo in quanto presenta subito uno strappo della pendenza di oltre il 10% per un tratto di 1,5 km. Dopo circa 4 chilometri di ascesa si giunge ad un bivio (Foto 6). Qui si abbandona la strada pedemontana che conduce a Vado di Sole e si svolta a sinistra su sp.37a per scendere verso Villa Colli e Colledoro. Attraversati i piccoli paesi, si continua su sp.37a per altri due chilometri. Al successivo bivio (Foto 7), a sinistra, si prende la deviazione per Castel Castagna. Da qui in discesa dopo circa 4 chilometri si giunge alla meta finale di questo itinerario. (Foto 8)

Punti di Interesse

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Le faggete di quest'area presentano alcuni aspetti interessanti connessi alla presenza dell'asaro (Asarum europaeum), specie non comune in Appennino. Generalmente, questi boschi si caratterizzano come ambienti forestali piuttosto poveri di specie del sottobosco poiché la luce riesce difficilmente a penetrare la fitta chioma degli alberi.

 

L’Acerone

Nelle zone rocciose, al faggio si sostituiscono tassi, tigli e aceri. Tra questi merita una menzione particolare il famoso Acerone, un acero (Acer pseudoplatanus) dalle dimensioni colossali e totalmente cavo all'interno che veglia sulla montagna di Isola.

- 8 mt di circonferenza

- 35 mt di altezza

- la cavità può contenere 5-6 persone

Un vero gigante della Natura!

Le aree forestali meglio conservate risultano quelle più ricche di fauna. In particolare la Rosalia alpina, un insetto molto raro e dalla vivace livrea legato ai grandi faggi marcescenti, inoltre diverse specie di uccelli forestali come la balia dal collare o il pigliamosche. Sui grandi faggi nidifica l'astore, un potente rapace legato proprio alle grandi estensioni boschive ben conservate e selvagge". (Info Parco)

 

L'Eremo di San Nicola

La sua costruzione risale al 1000-1100 a.C., sorge a circa 1000 mt. di altezza vicino ad una pianura denominata “Prato dei Fiori”; vi si arriva percorrendo una mulattiera che da Casale San Nicola porta al Corno Grande.

Il monastero nacque per influenza della riforma eremitica di San Pier Damiani come primitivo eremo sul Monte Corno.

Nel 1187 tra le pertinenze di S. Croce di Fonte Avellana era attestata la chiesa Sancti Nicolay de Cornu, sotto la cui giurisdizione rimase fino al 1652 quando per ordine di Innocenzo X vennero soppressi i piccoli monasteri.

Nel 1342 il convento era tenuto a pagare la decima papale.

La piccola chiesetta – di origine romanica – è oggi in ottimo stato di conservazione; essa presenta una muratura formata dall’assemblaggio di blocchi squadrati di pietra calcarea con malta ed un tetto a doppio spiovente. Vicino si possono osservare i resti degli antichi edifici monastici.

 

Fonte Nera

Una caratteristica fonte del luogo (1060 metri) usata per abbeverare il bestiame soprattutto nella transumanza ed ora sosta di numerose gite di campagna. L'acqua della fonte è potabile e vi si possono lasciare immerse bibite a rinfrescare. Il posto è ricco di alberi e ci si trova praticamente inseriti nella natura in tutto il suo splendore sotto il magnifico paretone del Corno Grande.

  • Tappa del cammino medievale nella valle del gran sasso
  • Tappa del cammino medievale nella valle del gran sasso
  • Tappa del cammino medievale nella valle del gran sasso
  • Tappa del cammino medievale nella valle del gran sasso
  • Tappa del cammino medievale nella valle del gran sasso Foto 5
  • Tappa del cammino medievale nella valle del gran sasso
  • Tappa del cammino medievale nella valle del gran sasso
  • Tappa del cammino medievale nella valle del gran sasso

Per chi vuole arrampicare, esplorare le alte quote o affrontare una gita in montagna, consigliamo di farlo in compagnia di una guida locale. Gli accompagnatori di media montagna e le guide alpine sono l'unica figura professionale abilitata all'accompagnamento su terreno di media e d'alta montagna ed all'insegnamento dell'alpinismo ( su ghiaccio e roccia) e dello sci alpinismo.

Le esperte guide e accompagnatori del nostro Gran Sasso, che conoscono il territorio da quando erano ragazzini, vi mostreranno i posti più belli e segreti e sapranno trasmettervi la passione ed il rispetto per la montagna.