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Piane del Fiume - Sella del Cimone - Fosso Malepasso e Vena Roscia

Da Sella del Cimone di Santa Colomba per il fosso Malepasso e cascate della Vena Roscia

escursione sentieri tra boschi Casale San Nicola Acerone in Abruzzo nel Gran Sasso D'Italia

Livello di difficoltà

  • T Turistico
  • E Escursionistico
  • EE per Escursionisti Esperti
  • EEA per Escursionisti Esperti, con Attrezzature

Adatto a piedi


Altitudine minima
814 m
Distanza totale
9.66 km
Altitudine massima
1860 m
Tempo totale
7h 48m 35s
Dislivello totale
1931 m
Punti di interesse
0
Perdita di quota totale
1922 m
Punti del percorso
2395
Velocità massima
7 m/s
Indicazioni stradali
0
Velocità media
0.34 m/s
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Altimetria
Velocità
Frequenza cardiaca
km
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m
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mi
m
ft
mile/hr
ft/sec
km/hr
m/s

Scheda Tecnica

Difficoltà EE (escursionisti esperti)
Impegno Fisico ****
Bellezza ****
Segnaletica CAI Bianco/Rosso
Quota di partenza 814m s.l.m
Quota di arrivo 1860m
Dislivello positivo 1549+
Dislivello negativo 1549-
km 9,66km
Tempo di percorrenza 7h48m Andata
Rete telefonica Sempre presente
Fonti di acqua Si
Punti di appoggio (rifugi o bivacchi) Santa Colomba
Adatto per famiglie No
Periodo consigliato Primavera-Autunno

Descrizione

Strepitosa escursione sul lato teramano del GS, in ambientazioni maestose e severe rese ancor più ostili dalla presenza delle prime nevi. Si segue dapprima il sentiero 117 che, dalla loc. Piana del Fiume, conduce all'Eremo di Santa Colomba e poi scende nel fosso Malepasso risalendo fino al Vado del Piaverano.

Alla quota di 1450 m circa, anziché guadare il torrente, si abbandona la traccia e si procede sulla dx orografica del fosso tra prati e ghiaioni assai ripidi fino a giungere ai bastioni sottostanti la sella del Cimone. La neve marcia e scivolosa ha reso difficile la progressione sul ripido versante; in altre situazioni (assenza di acqua) si potrebbe risalire il fondo del fosso oppure in caso di assenza di neve si potrebbe procedere facilmente rasenti il versante Ovest del Cimone. Giunti alla quota di 1800 m circa si individua il canale migliore e si sale nel pianoro sommitale. Nel nostro caso la scelta non è stata felice perché il canale utilizzato, a seguito delle condizioni di innevamento e per l'inaspettata scivolosità del terreno, si è rivelato molto difficile ed anche pericoloso. Situazioni come quella non ammettono margine di errore. Usciti sul pianoro, ci siamo diretti alla base del Cimone, circondati dalla magnifica cornice della cresta del Centenario innevata, sospesi tra i due precipizi costituiti dalle due forre del Malepasso a Ovest e della Fossaceca a Est.

La via di salita (canalino a sx) è stata giudicata troppo pericolosa poichè la neve rendeva viscida la cengia che sovrasta i precipizi sul fosso Malepasso. Pertanto si è deciso di non tentare la salita in vetta e si è fatto ritorno per la via dell'andata. Per la discesa si è individuato il canale giusto, costituito da una cengia diagonale più a Sud.Prima dell'arrivo alla Piana del Fiume, doverosa deviazione al sentiero che conduce all'opera di captazione Enel nel salto della forra di Fossaceca. Il sentiero è costituito da una serie di cunicoli e tratti attrezzati con mancorrenti e parapetti che si affacciano su un ambiente da foresta amazzonica, dove si vedono i canali di scolo che riversano nella forra acqua proveniente dai pianori sommitali mediante salti elevatissimi.

Punti di Interesse

Santa Colomba

L’Eremo di Santa Colomba è situato a 1250 metri di altitudine ai piedi del monte Infornace; vi si accede da Pretara attraverso un buon sentiero. Secondo le tradizioni, proprio in questo luogo nel XII sec. Santa Colomba, figlia dei Conti di Pagliara e sorella di San Berardo, abbandonati gli agi del Castello vi si ritirò in preghiera e penitenza.

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Tra le leggende che avvolgono la vita della Santa, le più diffuse sono quella che parlano dell’impronta della sua mano che sarebbe rimasta impressa su una roccia che si incontra durante la salita all’Eremo e quella del cosiddetto “Pettine di Santa Colomba”, che per alcuni sarebbe una serie di incisioni parallele (come i denti di un pettine) su una roccia piatta nei pressi dell’Eremo.

Nell’eremo Santa Colomba morì, amorevolmente assistita dal fratello, futuro vescovo di Teramo. Nel 1595 le sue spoglie furono traslate nella Chiesa di Santa Lucia e solo nel 1955 la statua di Santa Colomba, e le sacre spoglie, vennero trasferite nell’attuale cappella di Pretara. La chiesa, recentemente restaurata, ha una muratura in pietra calcarea, coperta da un intonaco cementizio a grossa granulometria e un campanile a vela posizionato sulla linea della copertura a due spioventi.

Sono da osservare al suo interno la base dell’altare e l’affresco con immagine della Madonna e Bambino. L’interno è a forma trapezoidale, con il presbiterio rialzato di due gradini. Sull’altare troneggia la statua di Santa Colomba e di fianco è visibile un’apertura che un tempo custodiva le reliquie della Santa. Su una lapide apposta su una parete si legge “ANNO DOMINI MDCXXXXVII SACERDOS D.ROMUALDUS TATTONUS INSULANUS CARITATE SUIS MANIBUS FECIT HOC OPUS. FR. IO. EREMITA MINISTRANTE”. All’esterno, sopra la porta d’ingresso, un’altra lapide recita: “A SANTA COLOMBA, CONTESSA DELL’UNI-VERSITA’ DI PAGLIARA E SORELLA DISAN BERARDO VESCOVO DI TERAMO, IL POPOLO DI PRETARA IN SENTITO RICORDO DEL CENTENARIO DEL RITROVAMENTO DEI RESTI MORTALI DELLA SANTA, REGINA DEI NOSTRI MONTI. PRETARA 1. SETTEMBRE 1992. H. MT.1234.” Il 1° Settembre ricorre la festa della Santa e la chiesetta divenne luogo di incontri di tanti devoti che vi portano omaggio. Molti arrivano per ammirare, secondo una vecchia leggenda, la roccia dove è impresso il pettine della Santa, altri per poggiare la testa nella buca che toglie il mal di testa, altri invece per ammirare le meravigliose e miracolose chiome degli alberi di ciliegi che la Santa aveva fatto fiorire in pieno inverno per farne omaggio al fratello San Berardo.

Prese d’acqua del ruzzo

Questo acquedotto è stato terminato negli anni '30 del secolo passato con le storiche captazioni di tre grandi sorgenti: la Fossaceca, le Piscine, e il Peschio. Ma non basta l'acquedotto, anche l'ENEL negli anni 30 ha captato queste acque per la produzione di energia elettrica. Ci ha lasciato un sentiero che è possibile prendere da quota 1040 m circa, lungo il percorso che sale da Piano del Fiume per la chiesetta di Santa Colomba. Il sentiero, protetto con cavi d'acciaio, a tratti è scavato nella roccia e traversa su pareti verticali offrendo una splendida veduta sulla cascata di Vena Roscia (vena rossa). Anche nel fosso Malepasso ci sono captazioni e cascate (Mescatore, Veceliera). Un terreno di gioco per i torrentisti che viene frequentato dagli anni '90, probabilmente queste sono le forre più frequentate del Gran Sasso. La Fossaceca in particolare è diventata una classica dell'Italia Centrale.

La cascata di Vena Roscia

E’ la più alta in quota delle cascate che si trovano lungo il corso del Ruzzo. Proviene dalla sorgente di Fossaceca (quota 1497). Forma un salto di 16 metri (da quota 1009 a quota 993).

Piana del Fiume

Ameno e suggestivo Pianoro alle pendici del Prena, al di sotto del Malepasso, accessibile anche con comoda carrareccia e base di partenza per le ascensioni verso il Vado del Pieverano, i Prati di Santa Colomba e il Brancastello.

  • Escursione In Vetta Nella Valle Del Gran Sasso Da Sella Del Cimone Di Santa Colomba Foto 1
  • Escursione In Vetta Nella Valle Del Gran Sasso Da Sella Del Cimone Di Santa Colomba Foto 2
  • Escursione In Vetta Nella Valle Del Gran Sasso Da Sella Del Cimone Di Santa Colomba Foto 3
  • Escursione In Vetta Nella Valle Del Gran Sasso Da Sella Del Cimone Di Santa Colomba Foto 4
  • Escursione In Vetta Nella Valle Del Gran Sasso Da Sella Del Cimone Di Santa Colomba Foto 5
  • Escursione In Vetta Nella Valle Del Gran Sasso Da Sella Del Cimone Di Santa Colomba Foto 6
  • Escursione In Vetta Nella Valle Del Gran Sasso Da Sella Del Cimone Di Santa Colomba Foto 7
  • Escursione In Vetta Nella Valle Del Gran Sasso Da Sella Del Cimone Di Santa Colomba Foto 8

Per chi vuole arrampicare, esplorare le alte quote o affrontare una gita in montagna, consigliamo di farlo in compagnia di una guida locale. Gli accompagnatori di media montagna e le guide alpine sono l'unica figura professionale abilitata all'accompagnamento su terreno di media e d'alta montagna ed all'insegnamento dell'alpinismo ( su ghiaccio e roccia) e dello sci alpinismo.

Le esperte guide e accompagnatori del nostro Gran Sasso, che conoscono il territorio da quando erano ragazzini, vi mostreranno i posti più belli e segreti e sapranno trasmettervi la passione ed il rispetto per la montagna.