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Scorcio durante il percorso da Casale San Nicola al Corno Grande nella Valle Siciliana in Abruzzo

Da Casale San Nicola al Corno Grande

Da Casale San Nicola al Corno Grande

Scorcio durante il percorso da Casale San Nicola al Corno Grande nella Valle Siciliana in Abruzzo

Livello di difficoltà

  • T Turistico
  • E Escursionistico
  • EE per Escursionisti Esperti
  • EEA per Escursionisti Esperti, con Attrezzature

Adatto a piedi


Altitudine minima
853 m
Distanza totale
8.97 km
Altitudine massima
2869 m
Tempo totale
4h 40m 05s
Dislivello totale
5003 m
Punti di interesse
0
Perdita di quota totale
2990 m
Punti del percorso
1864
Velocità massima
1.7 m/s
Indicazioni stradali
0
Velocità media
0.53 m/s
Valori non disponibili nel file Gpx possono essere visualizzati a 0.
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Altimetria
Velocità
Frequenza cardiaca
km
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m
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mi
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ft
mile/hr
ft/sec
km/hr
m/s

Scheda Tecnica

Difficoltà EE (Escursionistico per Esperti)
Impegno Fisico ***
Bellezza ****
Segnaletica CAI Bianco/Rosso (Non più visibile)
Quota di partenza 894m s.l.m
Quota di arrivo 2912m
Dislivello positivo 2018+
Dislivello negativo 2018-
km 9,0km
Tempo di percorrenza 7h Andata
Rete telefonica Sempre presente
Fonti di acqua Al Rifugio San Nicola, al rifugio Franchetti
Punti di appoggio (rifugi o bivacchi) Rifugio Franchetti
Adatto per famiglie No
Periodo consigliato Primavera-Estate

Descrizione

Da Casale San Nicola, si prosegue in direzione Eremo di San Nicola sentiero 200B passando prima Fonte San Nicola e, superato il bivio con il Sentiero Italia per San Pietro, nei pressi di un ponticello metallico e di una presa d’acqua dell’E.N.E.L., fiancheggiando i ruderi dell’antico monastero, si raggiunge la chiesa dell’eremo di San Nicola di Corno, in posizione spettacolare ai margini della radura del Prato dei Frati.

Risalendo la radura, si entra nella faggeta secolare, si aggira il versante Nord di Colle Castello e si raggiunge la Sella di Colle Castello, dove ci si immette in una pista che proviene da sinistra (Sentiero Geologico 211). Si segue la pista verso destra per un breve tratto, abbandonandola per un sentiero sulla sinistra, che prende a salire a svolte lungo una crestina sentier 200A. Il percorso si fa pianeggiante, esce dal bosco al cospetto della mole imponente e spettacolare del Paretone del Corno Grande, e ricomincia a salire a svolte sui prati, costeggiando il bosco fino a raggiungere un fontanile e la sovrastante piccola costruzione del Rifugio San Nicola. La salita continua ora su terreno più ripido costeggiando il Bosco San Nicola e risalendo i prati sovrastanti il rifugio. Superato il limite superiore del bosco, si prosegue su una crestina erbosa, per poi volgere verso Sud-Ovest per traversare a mezza costa al di sopra di alcuni salti rocciosi.

Si sale quindi in direzione Ovest con alcune svolte per poi volgere verso Nord fino a raggiungere la stazione superiore della seggiovia-cabinovia di Prati di Tivo, appena sotto la Pietra della Luna, che in una nicchia accoglie la statua della Madonna del Gran Sasso, meglio nota come La Madonnina. Proseguendo verso monte si sale a svolte verso il Corno Piccolo, lasciando a destra una scorciatoia recuperata dal Parco e il segnavia bianco-rossi del Sentiero Ventricini. Un tratto a mezza costa porta ad affacciarsi sul Vallone delle Cornacchie, nel quale si entra scavalcando l'aereo Passo delle Scalette, che può essere delicato e pericoloso in presenza di neve. Il sentiero passa tra i colossali massi che occupano il fondo del Vallone, transita in un arco naturale, poi raggiunge per una rampa con gradini artificiali l'ampio crinale che divide in due rami il vallone. Lo si risale con dei tornanti tra i prati, poi ci si alza a strette svolte sulle rocce e si torna tra i massi della parte alta del Vallone.

Una rampa porta al rifugio Franchetti (2433 metri), straordinario belvedere verso il Corno Piccolo. Si riparte per il sentiero che sale sui lastroni a monte del rifugio, e poi traversa a mezza costa in direzione della Sella dei Due Corni, che si raggiunge (2547 metri, 0.15 ore) con un tratto un po' scabroso su terra e roccette. Dal valico si scoprono la Val Maone, il Pizzo d'Intermesoli e le vicinissime Fiamme di Pietra. Si continua verso sinistra per il largo crinale di ghiaie che sale verso il Corno Grande. Dove questo diventa roccioso (2630 metri) il sentiero si sposta a sinistra e raggiunge un bivio dal quale inizia il sentiero per il Passo del Cannone e il Corno Grande. Si continua invece a sinistra seguendo i segnavia, si compie qualche saliscendi e si raggiunge la vasta conca ghiaiosa alla base del Ghiacciaio del Calderone (2680 metri, 0.30 ore), dominata dalle quattro vette del Corno Grande.

Con una breve discesa si raggiunge la base del ghiacciaio, nevoso all'inizio dell'estate ma di ghiaccio vivo e in parte nascosto dalle ghiaie ad agosto e a settembre. Senza deviare a sinistra verso la morena del Calderone, che merita comunque una deviazione per osservare il ghiacciaio e le vette del Corno Grande, si continua seguendo i segnavia che si alzano per delle rocce levigate dai passaggi. Superato un canalino attrezzato con una corda fissa metallica (è il passaggio più difficile) si traversa con dei brevi saliscendi su terreno esposto e roccioso fino al Passo del Cannone (2679 metri), che prende il nome da un foro circolare che si apre sulle rocce sovrastanti.

Questo tratto, facile ma abbastanza esposto, può diventare pericoloso in presenza di neve. Un sentiero più comodo permette di continuare a mezza costa fino ad affacciarsi sulle ghiaie della Conca degli Invalidi, dove arriva (2690 metri) la via normale da Campo Imperatore. Dal bivio si piega a sinistra e si inizia a salire direttamente, seguendo i segnavia per placche rocciose e ghiaioni percorsi da tracce di sentiero a zig zag. I nuovi segnavia bianco-rossi si tengono a sinistra del vecchio tracciato, evitando una zona esposta alla caduta di pietre. Dove il percorso diventa più comodo si segue brevemente un crinale, si torna a destra su terreno ripido ma facile e si raggiunge la cresta oltre la quale appaiono il Corno Grande e i pendii del Calderone. Si continua verso destra fino a una forcella raggiunta dall'altro lato dai pendii nevosi del Ghiacciaio, si raggiunge a mezza costa il sentiero della cresta Ovest e si sale a pochi metri dal crinale fino alla vetta (2912 metri, 1.15 ore), dov'è una grande croce metallica. Il magnifico panorama abbraccia le altre vette del Corno Grande, il Corno Piccolo, la conca di Campo Imperatore e gran parte dell'Appennino. Nelle giornate migliori appare il Mare Adriatico.

In discesa occorrono 1.15 ore fino al rifugio Franchetti e 0.45 ore da questo all'Arapietra.

Punti di Interesse

Casale San Nicola

"Casale San Nicola è il paese più elevato della Valle Siciliana. Un tempo era anche il più remoto, situato com’è proprio in fondo alla valle, che di fatto termina nei viottoli del piccolo centro abitato. Oggi la presenza alquanto ingombrante dei piloni dell’autostrada che proprio qui si infila nelle viscere della montagna ha intaccato parecchio l’atmosfera bucolica che un tempo si respirava da queste parti. Casale mantiene comunque un fascino particolare, sulle sue case incombe imponente il grande paretone del Corno Grande e i sentieri che partono dal paese sono davvero tutti molto belli. La gita proposta con questo itinerario li riunisce un po’ tutti e permette di ammirare da vicino il colosso di roccia che sorregge la vetta più alta dell’Appennino..

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L’Eremo di San Nicola

La sua costruzione risale al 1000-1100 a.C., sorge a circa 1000 mt. di altezza vicino ad una pianura denominata “Prato dei Fiori”; vi si arriva percorrendo una mulattiera che da Casale San Nicola porta al Corno Grande. Il monastero nacque per influenza della riforma eremitica di San Pier Damiani come primitivo eremo sul Monte Corno. Nel 1187 tra le pertinenze di S. Croce di Fonte Avellana era attestata la chiesa Sancti Nicolay de Cornu, sotto la cui giurisdizione rimase fino al 1652 quando per ordine di Innocenzo X vennero soppressi i piccoli monasteri. Nel 1342 il convento era tenuto a pagare la decima papale. La piccola chiesetta – di origine romanica – è oggi in ottimo stato di conservazione; essa presenta una muratura formata dall’assemblaggio di blocchi squadrati di pietra calcarea con malta ed un tetto a doppio spiovente. Vicino si possono osservare i resti degli antichi edifici monastici.

Fonte Nera

Una caratteristica fonte del luogo (1060 metri) usata per abbeverare il bestiame soprattutto nella transumanza ed ora sosta di numerose gite di campagna. L'acqua della fonte è potabile e vi si possono lasciare immerse bibite a rinfrescare. Il posto è ricco di alberi e ci si trova praticamente inseriti nella natura in tutto il suo splendore sotto il magnifico paretone del Corno Grande.

Madonnina

Uno dei Punti di partenza per ferrate e sentieri in lungo ed in largo del Gran Sasso. La Madonnina, punto di preghiera e di meditazione per alpinisti e amanti della montagna. Ogni prima domenica d'agosto viene celebrato un Rito Sacro per i “pretaroli”: recarsi in processione in cima all'Arapietra della Madonnina del Gran Sasso, a 2005 metri d'altezza, percorrendo lo stesso sentiero che nel 1935 fu tracciato la prima volta per portare la madonnina fin lassù. Qui ogni anno si svolge la cerimonia religiosa, officiata dal Vescovo della diocesi di Teramo e dal Parroco di Pietracamela, che solitamente si conclude con la benedizione solenne dei partecipanti nel suggestivo scenario naturale regalato dall'entroterra abruzzese.

Rifugio Franchetti

è il rifugio di montagna più alto tra quelli situati sul Gran Sasso d'Italia, posto a 2.433 metri s.l.m, sul versante teramano del massiccio, nel territorio del comune di Pietracamela, sopra la località di Prati di Tivo, incuneato tra il Corno Grande e il Corno Piccolo, nella valle glaciale nota come Vallone delle Cornacchie. Situato su uno sperone roccioso, realizzato interamente in pietra calcarea e rivestito in legno, fu costruito verso la fine degli anni cinquanta dalla sezione romana del Club Alpino Italiano e inaugurato nel 1960 e intitolato al barone Carlo Franchetti, alpinista e speleologo. È un tipico rifugio stile alpino che offre agli escursionisti, alpinisti e amanti della montagna ospitalità e servizi di base, intorno all'ambiente di alta montagna che lo circonda. In particolare il rifugio è dotato dei seguenti servizi:

  • ristoro e cucina;
  • acqua corrente dal ghiacciaio del Calderone;
  • energia elettrica (fornita da un impianto fotovoltaico dell'Enel);
  • riscaldamento con termoconvettori a gas; telefono con ponte radio Telecom;
  • telefono di emergenza, attivo anche nel periodo di chiusura;
  • punto di ascolto di Radio Rete Montana per emergenze e soccorso;
  • 23 posti su letti a castello in due camerate comuni (in inverno è sempre aperto un locale con 4 posti letto);
  • 2 gabinetti interni, 1 gabinetto esterno al rifugio con acqua fredda.

Sella dei due corni

La Sella dei Due Corni (2545m) separa il Corno Grande dal Corno Piccolo. Il panorama si apre sull'altro versante ed è fantastico. Da qui si può arrivare ad affacciarsi sul ghiacciaio del Calderone, il più a Sud d'Italia.

Calderone

Il ghiacciaio del Calderone è l'unico ghiacciaio appenninico, situato in Abruzzo, nell'appennino abruzzese, all'interno del massiccio del Gran Sasso d'Italia, sul versante settentrionale del Corno Grande, posto in una conca esposta direttamente a nord, chiusa e relativamente ombreggiata da due linee di cresta, ad una quota compresa tra i 2.650 e i 2.850 metri s.l.m. circa, nel territorio del comune di Pietracamela (provincia di Teramo). Ampiamente studiato da geologi e glaciologi di tutto il mondo in quanto rappresenta l'unico ghiacciaio appenninico rimasto dopo la fine dell'ultimo periodo glaciale (in altre località appenniniche sono presenti infatti solamente placche di neve pluriennali, come quelle del Vallone delle Cornacchie, del Gravone e del Fondo della Salsa)[1], con la sua latitudine di 42°28' nord, è tradizionalmente considerato il ghiacciaio più meridionale d'Europa.

Per chi vuole arrampicare, esplorare le alte quote o affrontare una gita in montagna, consigliamo di farlo in compagnia di una guida locale. Gli accompagnatori di media montagna e le guide alpine sono l'unica figura professionale abilitata all'accompagnamento su terreno di media e d'alta montagna ed all'insegnamento dell'alpinismo ( su ghiaccio e roccia) e dello sci alpinismo.

Le esperte guide e accompagnatori del nostro Gran Sasso, che conoscono il territorio da quando erano ragazzini, vi mostreranno i posti più belli e segreti e sapranno trasmettervi la passione ed il rispetto per la montagna.